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TREND ONLINE - Viaggi all'estero: turismo o lavoro cosa c'è da sapere

TREND ONLINE - Viaggi all'estero: turismo o lavoro cosa c'è da sapere

07 Aprile 2021
Decreti-legge, ordinanze, annunci sui social. In un periodo di forti restrizioni, i viaggi all’estero si sono trasformati nel pomo della discordia. Il governo Draghi li ha autorizzati, anche durante le festività di Pasqua. A lasciare perplesse le associazioni del turismo organizzato è stato il tweet del 30 marzo scorso pubblicato dal ministro della Salute, Roberto Speranza. 

"Ho appena firmato un’ordinanza che dispone per arrivi e rientri dai Paesi dell’Unione Europea tampone in partenza, quarantena di 5 giorni e ulteriore tampone alla fine dei 5 giorni. La quarantena è già prevista per tutti i Paesi extra Eu."

Federturismo Confindustria, Assoviaggi Confesercenti, Astoi Confindustria Viaggi, Federazione Italiana associazioni imprese viaggi e turismo (Fiavet) e la Federazione Turismo Organizzato Confcommercio (Fto) hanno commentato così:

“Difficile capire come una quarantena di cinque giorni, e un ulteriore tampone alla fine dei cinque giorni, possano essere una misura necessaria ed utile per persone che hanno già effettuato un tampone risultato negativo 48 ore prima del rientro nel nostro paese”. 

Deroghe a parte, in Italia continuano a essere vietati gli spostamenti da una regione all’altra, almeno fino al 30 aprile 2021.

Viaggi all’estero, la normativa

Dal 6 marzo al 6 aprile 2021 gli spostamenti da e verso l’estero sono regolati dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm) del 2 marzo 2021. Nonostante le modifiche successive, il provvedimento è il principale punto di riferimento per gli spostamenti da e verso l’estero. Ci sono destinazioni che restano precluse su decisione dei governi stranieri. 

È perciò importante andare a controllare la scheda paese di interesse sul sito Viaggiare Sicuri. In alternativa, è possibile contattare la ambasciata o il consolato del paese di destinazione in Italia per ottenere tutte le informazioni necessarie. 

All’articolo 49 sono stati vietati i movimenti verso i paesi e i territori indicati nell’elenco E dell’allegato 20 al decreto. Si tratta di tutti gli Stati che non sono indicati negli altri elenchi: A, B, C e D. 

Tale divieto vale anche per il rientro in Italia.  

“...nonché l’ingresso e il transito nel territorio nazionale alle persone che hanno transitato o soggiornato negli Stati e territori di cui al medesimo elenco E nei quattordici giorni antecedenti”. 

Salvo le consuete deroghe per motivi di lavoro, urgenza, salute, studio, possono rientrare in Italia presso il proprio domicilio, abitazione o residenza i cittadini europei, quelli originari di Stati extra Ue, ma che da anni soggiornano in Italia, e i rispettivi familiari. 

Il decreto ha imposto l’obbligo della quarantena fiduciaria o della sorveglianza sanitaria per coloro che abbiano soggiornato o transitato in uno Stato fuori dall’Unione europea quattordici giorni prima del rientro in Italia. 

Il paese deve essere compreso negli elenchi D e E: Australia, Nuova Zelanda, Repubblica di Corea, Singapore, Ruanda, Tailandia e altri territori “a basso rischio epidemiologico”. L’isolamento deve durare quattordici giorni. 

Se si vuole rientrare da un paese Ue, invece, è necessario sottoporsi a un test molecolare o antigienico, che abbia dato esito negativo, quarantotto ore prima della partenza. 

Viaggi all'estero, cosa cambia e cosa no

Il 2 aprile 2021 il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato una nuova ordinanza che entra in vigore dal 7 aprile al 30 aprile 2021. Il provvedimento ha modificato in parte le regole sui movimenti da e verso l’estero. 

Intanto, il ministro conferma le regole introdotte con l’ordinanza del 30 marzo 2021:

Qualunque sia l’esito di un test molecolare o anti-igienico, la persona che ha soggiornato o transitato in un paese Ue quattordici giorni prima di rientrare in Italia è obbligato a sottoporsi a un periodo di quarantena di cinque giorni nella propria abitazione o dimora, dopo avere informato il dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria locale competente per territorio. 

La persona è tenuta a sottoporsi a un nuovo test molecolare o anti-igienico al termine dei cinque giorni di sorveglianza sanitaria. A partire dal 7 aprile 2021, tra i paesi europei che il governo ha inserito nell’allegato C, quelli in cui il rischio epidemiologico è al momento contenuto, fanno parte anche l’Inghilterra, l’Irlanda del Nord e l’Austria. 

Dal 7 aprile 2021 sarà possibile recarsi in questi paesi e al rientro sarà necessario sottoporsi all’isolamento fiduciario e alla sorveglianza sanitaria di quattordici giorni. Mentre, non è possibile rientrare in Italia dal Brasile se si è transitato o soggiornato nel paese quattordici giorni prima dell'ingresso in Italia. Il divieto resta valido fino al 30 aprile 2021.   

Viaggi all’estero, regole per Gran Bretagna, Irlanda del Nord, Brasile

Il 9 gennaio 2021, il ministro della Salute, ha vietato agli italiani di recarsi in Inghilterra e impedito il rientro per coloro che avessero soggiornato o transitato in Gran Bretagna quattordici giorni prima dell'ingresso in Italia. 

Dopo il deciso miglioramento della situazione epidemiologica, il dicastero ha deciso di modificare le restrizioni e inserire la Gran Bretagna e l'Irlanda del Nord nell’elenco C. I movimenti da e verso il paese sono autorizzati solo in casi specifici.  

Coloro che hanno la residenza in Italia prima del 23 dicembre 2020. In questo caso, è possibile entrare con la autodichiarazione, e senza essere autorizzati dal ministero della Salute. Le stesse regole si applicano anche a coloro che hanno assoluta necessità di rientrare in Italia.   

A meno che la persona non presenti i primi sintomi del Covid-19, chi fa ritorno in Italia dall’Inghilterra è tenuto a sottoporsi a un tampone molecolare o anti-igienico, che deve risultare negativo, 72 ore prima dell’ingresso oppure 48 ore prima della partenza (in aeroporto o porto o altro luogo di confine). Infine, è obbligato a sottoporsi alla sorveglianza sanitaria per quattordici giorni. 

Sono previste delle deroghe nel caso delle trasferte di lavoro. Per rientrare non è necessaria l’autorizzazione dal ministero della Salute, ma resta obbligatoria l'autodichiarazione e un test negativo effettuato almeno 48 ore prima della partenza.  

Chi è andato all'estero per lavoro può sottoporsi alle stesse regole, ma solo nel caso in cui la trasferta non sia durata oltre le 120 ore, che equivalgono a cinque giorni di soggiorno o transito. 

Negli altri casi in cui è necessaria l’autorizzazione del ministero della Salute l’interessato deve scrivere almeno sette giorni prima del rientro in Italia, compilando un apposito modulo. 

Ma non è così semplice orientarsi. Per questo è necessario fare attenzione, perché i decreti legge o i dpcm consentono alle regioni di rendere ancora più restrittive le regole sugli spostamenti da e verso l’estero per i residenti o i domiciliati. Meglio allora consultare il sito della propria regione. 

Viaggi all’estero, gli spostamenti tra gli Stati Ue

Dal 15 giugno 2020 è possibile spostarsi tra i paesi Ue, anche per motivi turistici.

La sospensione alla libera circolazione delle persone e i controlli alle frontiere sono stati introdotti esclusivamente durante il lockdown totale tra marzo e maggio 2020. 

Nel pieno dell’emergenza, i paesi Ue hanno deciso di derogare in via del tutto eccezionale ai trattati di Schengen. 

La libertà di circolazione delle persone all'interno dell'Ue può essere sospesa per motivi esclusivamente temporanei, proporzionati e motivati (articolo 25, trattati di Schengen).

In caso di minaccia grave per l'ordine pubblico o la sicurezza interna di uno Stato membro nello spazio senza controllo alle frontiere interne, detto Stato membro può in via eccezionale ripristinare il controllo di frontiera in tutte le parti o in parti specifiche delle sue frontiere interne per un periodo limitato della durata massima di trenta giorni o per la durata prevedibile della minaccia grave se questa supera i trenta giorni. L’estensione e la durata del ripristino temporaneo del controllo di frontiera alle frontiere interne non eccedono quanto strettamente necessario per rispondere alla minaccia grave. 

Un fatto che aiuta a stemperare le polemiche di questi giorni sui viaggi all’estero, visto che le sole destinazioni autorizzate per turismo restano i paesi europei.

Chi vuole muoversi nell'Ue può fare affidamento sullo sportello unico Re-open Ue che si basa sull’andamento dei dati epidemiologici degli Stati e sulle misure di sicurezza adottate: test e quarantena. 

Il 19 gennaio 2021, la commissione europea dinanzi al rischio delle varianti e di una terza ondata ha raccomandato agli Stati membri di scoraggiare – non vietare - tutti i viaggi non essenziali.

Nel frattempo, la Commissione europea ha chiesto ai paesi europei di comunicare in modo tempestivo e chiaro tutti i divieti e gli obblighi che riguardano gli spostamenti per contenere la diffusione della Sars-Cov-2 .  

Viaggi all’estero, il danno al turismo italiano

La decisione del governo Draghi sugli spostamenti da e verso l’estero non è piaciuta agli operatori del settore che stanno assistendo a una crisi senza precedenti. Il turismo italiano è fermo da un anno. 

Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) nel solo trimestre del 2020 le presenze dei turisti in Italia si sono ridotte del 91 per cento rispetto al 2019, anno in cui il comparto ha conosciuto una forte espansione. 

Sono andati perduti 74 milioni di clienti, di cui 43,4 stranieri e 30,3 italiani. L’ultima breve boccata d’ossigeno per il turismo risale ai mesi estivi del 2020, luglio-settembre, durante i quali hanno prevalso gli spostamenti interni.

Le associazioni del turismo organizzato Fedeturismo Confindustria, Federalberghi, Assoviaggi, Federazione italiana associazioni imprese viaggi e turismo (Fiavet) e l’Agenzia Nazionale Turismo (Enit), hanno elaborato delle stime sulle perdite subite dal settore. 

Dal 1° gennaio a settembre 2020, secondo l’Enit l’Italia ha incassato 70,9 miliardi di euro in meno, la spesa turistica in entrata è stata pari a -27,3 miliardi di euro mentre quella domestica -43,6 miliardi di euro.

Con effetti negativi sulla crescita italiana: prima della pandemia il turismo generava il 6% del prodotto interno lordo, arrivano al 13-14% considerando tutto l’indotto. Ristoranti, bar, trasporti, attività commerciali, che producono beni o servizi che non sono collegati soltanto al turismo.

La riapertura è difficile da immaginare fino a quando il governo valuterà indispensabile continuare con le restrizioni, soprattutto, interne. All’indomani del decreto Covid del 31 marzo 2021, il presidente della Federturismo Confindustria, Marina Lalli, aveva dichiarato apertamente l’auspicio di una “pronta ripartenza per gli operatori turistici”. 

Con la certificazione di vaccinazione, tampone negativo, o immunità post Covid è giunto il momento di progettare un dopo, iniziando dall’abolizione delle restrizioni agli spostamenti e facendo riprendere in Italia i flussi internazionali con gli adeguati controlli, ma abbandonando iniziative che generano confusione.

Fonte = TREND ONLINE 07/04/21