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QUALITY TRAVEL - ASTOI: solo l’Italia vieta spostamenti verso mete Extra Schengen

QUALITY TRAVEL - ASTOI: solo l’Italia vieta spostamenti verso mete Extra Schengen

08 Settembre 2021
Dopo FTO, anche ASTOI Confindustria Viaggi rinnova la richiesta al Governo di eliminare il divieto di spostamento verso i Paesi dell’elenco E (mete extra Schengen), in vigore dal 2 marzo 2021.
Come noto, in Italia gli spostamenti per turismo verso i Paesi della lista E sono consentiti esclusivamente per giustificati motivi oggettivi e, quindi, sono vietati per motivi di turismo. Ciò non accade negli altri Paesi Europei che non pongono simili divieti ma diramano semmai raccomandazioni di viaggio assimilabili a quelle pubblicate dal nostro Ministero degli Affari Esteri.

I Paesi membri, nella loro quasi totalità adottano criteri che consentono comunque ai cittadini di viaggiare verso mete extra UE/Schengen di interesse turistico. Le modalità adottate dagli altri Paesi europei che, a differenza dell’Italia, non pongono divieti tout court, sono perfettamente in linea con la necessità di garantire gli spostamenti in sicurezza: l’adozione del Green Pass Europeo, le campagne di vaccinazione che hanno raggiunto gran parte della popolazione e l’ingresso in tutti i Paesi del mondo consentito esclusivamente con la presentazione di un test negativo hanno portato gli altri Paesi membri ad evolvere la propria posizione in base al mutato scenario.

“A causa di questo divieto, spiega ASTOI, dall’inizio della pandemia il comparto del turismo organizzato ha perso l’85% del fatturato. Le mete extra- Schengen nel nostro Paese sono chiuse per decreto da ben 17 mesi ma, come sappiamo, gli italiani le raggiungono ugualmente violando le disposizioni del decreto e partendo senza alcun controllo sia da aeroporti italiani -attraverso prenotazioni “fai da te” che non vengono gestite da tour operator e agenzie – sia da aeroporti di altri paesi europei”.

ASTOI cita l’esempio delle Maldive dove risultano 2000 arrivi italiani ad agosto (che è difficile immaginare come soggiorni per motivi di lavoro o di salute) e arrivi notevolmente superiori da altri paesi europei. “Lasciare inalterato l’attuale quadro normativo – conclude ASTOI – da un lato comporta un danno economico insostenibile a carico di aziende italiane, che pagano le tasse in Italia ed impiegano personale italiano, e dall’altro significa avvantaggiare i competitor europei e internazionali che possono operare sul mercato italiano; in altre parole, significa decretare la fine di un intero comparto. Auspichiamo che il Governo italiano si allinei quanto prima a tutti gli altri principali Paesi Europei, altrimenti assisteremo presto alla chiusura di migliaia di imprese, alla perdita di migliaia di posti di lavoro ed alla dispersione di importanti professionalità causate da un divieto che non ha più alcuna ragion d’essere”.

Fonte = QUALITY TRAVEL 08/09/21