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IlSole24Ore - Mete alternative contro il terrorismo

IlSole24Ore - Mete alternative contro il terrorismo

15 Gennaio 2016

Tra i tour operator , in allarme per la sicurezza,è scattata la caccia alle destinazioni alternative (per evitare rischi) e si punta su un marketing più aggressivo. Prima il Sinai, poi Parigi, Istanbul e per ultima Giacarta. Se gli attacchi terroristici condizionano la domanda di viaggi all'estero, i tour operator ridisegnano la mappa del turismo internazionale: off limits i Paesi sulla lista nera della Farnesina, offerte "flessibili" su destinazioni come Egitto, Tunisia o Turchia potenziali vittime dell'emotività del momento, investimenti decisi su Mediterraneo sicuro, Caraibi e Far East così da andare incontro agli orientamenti della domanda. 

L'effetto Isis sul mercato dei viaggi si sente eccome: «Le dinamiche dei flussi cambiano velocemente, ma il sistema - secondo il presidente di Astoi Luca Battifora - anche in quest'anno complicato sta tenendo». Ci sono destinazioni che, sull'onda dell'emotività, hanno perso dal 10 al 20% dei propri arrivi: i Paesi arabi delle sponde del Mediterraneo, poi grandi capitali come Parigi, Londra e New York, percepite come possibili bersagli del terrorismo. Sul Mar Rosso, fino a qualche anno fa meta prediletta del turismo balneare invernale degli italiani, il calo dei visitatori segna picchi del 35 per cento.

E qualche tour operator come Phone & go, ad esempio, molto legato all'Egitto, ha avuto gravi difficoltà. Il trasporto aereo in generale rallenta, le compagnie aeree sono caute. «C'è stagnazione su tutte le aree - dice Umberto Solimeno, presidente Ibar -. I booking engines registrano un velocità rallentata. L'effetto terrorismo non produce buoni risultati sul trasporto. Da dicembre ad oggi il trend è negativo e coinvolge tutti i segmenti della filiera» «Il colpo - aggiunge Battifora - si sente. Ciò non significa che le nostre aziende stiano disinvestendo nelle aree a rischio. Magari ridurranno numericamente gli acquisti con i fornitori, ma non alzano bandiera bianca».

E soprattutto si lavora sulla tutela del cliente: «Per Paesi come Egitto, Tunisiao Turchia proponiamo per esempio pacchetti flessibili, soggetti a variazioni anche dell'ultimo momento». Quanto ai prezzi, destinazioni del genere possono andare soggette a ribassi di 10 o 20 punti percentuali: il prezzo lo fa il mercato del momento. La gente tuttavia non ha rinunciato a viaggiare: «Ci sono destinazioni in crescita - continua il presidente dei tour operator aderenti a Confindustria - come Caraibi, Maldive, Paesi del Far East come la Tailandia. La richiesta aumenta, così come i tempi di permanenza». In sostanza la spesa media per il turismo all'estero questo inverno cresce.

L'interrogativo è il solito: questi flussi saranno in grado di controbilanciare la flessione dei Paesi arabi cui la clientela italiana era più affezionata? «I conti - risponde Battifora - si faranno solo alla fine. Per ora possiamo dire che il sistema italiano sta tenendo, nonostante un'annata particolarmente problematica». Ma quali sono le nuove frontiere. Fari accesi sul Centro e Sud America. Si intensificano gli investimenti a Cuba, nella Repubblica Dominicana, in Giamaica e nell'area delle Bahamas. Il Messico resta gettonatissimo per gli italiani e gli operatori dei villaggi stanno ampliando la rete.

Alle stelle anche l'interesse per il Brasile. Per quanto riguarda l'Oceano indiano c'è un rilancio di interesse per le Seychelles, sempre bene Mauritius. Nuove destinazioni di investimenti italiani Madagascar e Mozambico, mentre Kenya e Tanzania tengono. Qualche cautela sulle Maldive, mentre c'è un forte ritorno di investimenti sulle isole della Grecia con una raffica di nuovi insediamenti. - di Vincenzo Chierchia e Francesco Prisco