L'Indro sito web - Viaggi all’estero: attenti al modello turista fai da te
Secondo Luca Battifora, Presidente di Astoi Confindustria Viaggi, serve coordinamento con le istituzioni.
Se fate viaggi all’estero, attenti al modello turista fai-da-te. Nel senso che acquistare un biglietto lastminute e partire verso una destinazione ignota è certamente pratica tanto affascinante quanto avventurosa, ma oggi comporta molti più rischi che in passato. La soluzione non è certo un freno alle vacanze o la resa di fronte ai fatti di cronaca internazionale. Basta poco per continuare a testimoniare il proprio desiderio di cittadini del mondo: ciò che serve è una nuova cultura del viaggio e una migliore collaborazione pubblico-privato per la valorizzazione ed il rilancio del turismo responsabile.
Come ci racconta Luca Battifora, Presidente di Astoi Confindustria Viaggi: “Nessuno deve rinunciare alla mobilità. Semplicemente, dobbiamo modificare il nostro approccio turistico in funzione del quadro esterno”. La chiusura per tre volte in un mese degli aeroporti indonesiani a seguito dell’eruzione del Vulcano Raung, il blocco delle banche greche, l’allarme sanitario per l’Ebola, la strage sulla spiaggia delle vacanze in Tunisia, l’invito a non effettuare viaggi ‘non indispensabili’ in Egitto a seguito dell’ordigno esploso vicino il Consolato italiano al Cairo. Il dato certo è che dal 2001 in poi il mondo è cambiato e con esso, anche la pianificazione degli spostamenti. I fattori di rischio sono molteplici: si va dagli eventi catastrofici delle calamità naturali, sino all’imprevedibilità di alcune azioni collegate alle nuove minacce terroristiche, sempre più asimmetriche e trasversali.
Questo non vuol dire che il ‘nuovo turista‘ debba partire con un bagaglio carico di ansie e timori. Né che gli italiani debbano rinunciare alle proprie vacanze. Il prossimo weekend da bollino rosso confermerebbe questo auspicio, dal momento che il calendario già preannuncia un quadro bollente di partenze.
Ancora presto per tracciare bilanci precisi sul numero dei connazionali in movimento, dal momento che, come sottolinea Battifora, “le prenotazioni sono tutt’ora in essere e si potrà avere un quadro chiaro solo a fine settembre”. Ma i flussi sembrano già incanalati. Per chi cerca soluzioni balneari di corto raggio le mete preferite restano “Italia, Spagna Grecia e Croazia”. Per chi invece predilige vacanze più brevi come long weekend, “la richiesta si concentra sulle capitali europee, in primis Londra e Parigi, ma anche Berlino, Praga, Madrid e Barcellona”. Una tipologia di traffico “molto influenzata dall’offerta dei voli low cost”: per cui in base all’aeroporto di riferimento i clienti cercano di sfruttare le rotte proposte.
Ma ci sono anche italiani che si orientano su viaggi più importanti di lungo raggio, laddove “la meta preferita continuano ad essere gli Stati Uniti, magari con un’estensione ai Caraibi o Messico”. Trend positivi si registrano, infine, anche verso le Seychelles, Maldive, Madagascar, Cuba, con un buon interesse per l’Estremo Oriente come la Tailandia, Indocina, Indonesia e Giappone. Con quest’ultimo, a detta di Astoi, che “ha evidenziato un importante incremento di domanda, spesso abbinato ad un’altra località dell’Oriente o ad un’estensione balneare in Polinesia”. Il tutto per una spesa media che oscilla tra gli 800 ed i 1.500 euro a persona per coloro che passano le proprie vacanze nell’area del Mediterraneo, e con aumenti proporzionati ma in molti casi contenuti per chi sceglie destinazioni più lontane.
Altolà! Intraprendere una vacanza è roba che non fa stare nella pelle. Ma prima di scegliere l’itinerario è bene sapere che, alla luce delle nuove minacce e fattori di crisi internazionali, il turista contemporaneo deve essere più informato, consapevole e responsabile. Gli strumenti ci sono, e sono di quelli che molti Paesi all’estero ci invidiano.
Basti pensare all’Unità di crisi della Farnesina e al costante monitoraggio fatto dagli esperti del Ministero degli Affari Esteri sulla sicurezza dei Paesi del mondo, in modo da sconsigliare tempestivamente ai turisti italiani di recarsi in alcune zone a rischio. I due siti ‘Viaggiare sicuri‘ e ‘Dove siamo nel mondo‘, peraltro rinnovati stilisticamente e nei contenuti proprio qualche giorno fa, sono -come recita la nota della Farnesina- «importanti punti di riferimento per reperire informazioni e segnalare la propria presenza all’estero». Il primo fornisce informazioni e consigli sulla situazione dei diversi Paesi e sugli eventuali rischi per la sicurezza dei turisti. ‘Dove siamo nel mondo‘ è, invece, lo strumento consigliato dal Ministero degli Affari Esteri per fornire, prima della partenza, tutti gli elementi sullo spostamento, necessari per essere rintracciati e ricevere informazioni utili in caso di emergenza.
Per diventare più responsabili è sufficiente tenersi informati sulla situazione internazionale seguendo i consigli degli esperti. Ma quanti italiani usano diligentemente questi strumenti? O meglio, qual è il gap tra il numero dei turisti in partenza e quello di coloro che si ricordano di segnalare il proprio viaggio?
“Su questo abbiamo ancora tanta strada da fare”, dice Luca Battifora. “Il cambiamento del quadro internazionale, che inevitabilmente si ripercuote su stili e modi di viaggiare, deve essere assimilato dal consumatore. Certo, è un cambiamento culturale e che richiede tempo, ma il processo è avviato e si vedono chiari segnali nel comportamento di molti viaggiatori”. L’informazione fa la differenza, anche per affrontare le conseguenze di eventi sempre più imponderabili e poco prevedibili. Da qui l’esigenza, e la richiesta decisa da parte di Astoi, ovvero l’industria turistica dei professionisti, di un tavolo di lavoro con le istituzioni in cui, fianco a fianco, pubblico e privato si possano confrontare per trovare nuove linee di azione a favore di imprese e consumatori senza alcun braccio di ferro. “Associazione e Istituzione devono lavorare insieme nel doveroso rispetto delle singole competenze”, dice Battifora.
“La Farnesina deve occuparsi della sicurezza dei nostri connazionali nel mondo e deve farlo con strumenti e metodi ritenuti più opportuni. I Tour operator, insieme alle associazioni dei consumatori, devono individuare regole tali che assicurino chiarezza e trasparenza nei diritti e doveri delle due parti”. Gli effetti della dicitura «è sconsigliato recarsi in …. tal posto», spesso utilizzata per mettere in guardia da un pericolo in una zona ben precisa, “possono essere anche pesantissimi”, sottolinea Battifora.
Ma non è questo il punto: “se c’è un reale rischio per l’incolumità delle persone i tour operator devono fermare l’operatività e questo è puro buon senso”. Il problema è con quale parametro stabilire una scala di valori di pericolosità: “oggi il termine ‘sconsiglio’ è sempre meno utilizzato dai Ministeri degli Esteri europei proprio per le ragioni menzionate prima, ovvero che gli scenari internazionali sono radicalmente mutati e con essi i parametri di valutazione”. Per questo, insiste Astoi, servono nuove regole, ma soprattutto “serve un’efficace e costante informazione verso l’utente, il quale deve essere sempre di più consapevole, e quindi responsabile, delle proprie scelte”. In sintesi: le imprese devono fornire il massimo livello di informazione su una destinazione attraverso fonti accreditate quali la Farnesina, per consentire ai turisti di fare le proprie scelte con coscienza. Informarsi, informarsi, informarsi! Questa la regola aurea del viaggiatore contemporaneo, che non può più permettersi di seguire solo mode, avventure o mete esotiche. Insomma, in vista delle prossime vacanze è meglio riprogrammare i trekking in Afghanistan ed i safari in Liberia, Guinea e Sierra Leone. Di L.P.